“Dopo oltre 17 anni di concertazione fra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la Regione Siciliana, i ventisette Comuni interessati dal provvedimento e i tanti portatori di interesse a vario titolo, continuare a chiedere proroghe al procedimento istitutivo o addirittura il blocco del medesimo, non solo è inaccettabile ma rappresenta un ostacolo all’applicazione della legge, approvata dal parlamento italiano, che la approvò il 29 novembre 2007. Oggi l’intera area della Sicilia sud-orientale, con la provincia di Siracusa, Ragusa e Catania, vuole proseguire quel processo iniziato tanti anni fa con il riconoscimento dei siti Unesco delle Città del Val di Noto, della Necropoli di Pantalica e della Città di Siracusa, di tutela e valorizzazione delle risorse culturali, paesaggistiche, archeologiche e artistiche, il cui processo è ancora in corso con l’applicazione piena della legge regionale n.20 del 2000 per i parchi archeologici in Sicilia”. Fabio Granata, presidente dell’associazione Articolo 9 e assessore comunale a Siracusa, interviene in merito all’istituzione del parco degli Iblei, messa in discussione dal deputato regionale Peppe Carta e da alcuni sindaci del comprensorio.
“Abbiamo contestualmente bisogno di uno strumento normativo e amministrativo così importante come il Parco nazionale degli Iblei, per continuare a tutelare, promuovere e valorizzare l’importante patrimonio ambientale e naturale del sud.est siciliano, anche con nuove risorse economiche, una nuova governance in cui tutti dobbiamo sentirci coinvolti, sia come amministratori ma anche come cittadini – aggiunge – Basti pensare che ad oggi dei 24 parchi nazionali istituiti in Italia, dei tanti Comuni coinvolti, nessuno di loro hai mai chiesto di uscirne e di fatto avviene il contrario, perché ovviamente essendoci i presupposti ambientali per poter richiedere l’inserimento, molti Comuni chiedono di essere inseriti nei Parchi, cogliendo l’importanza di essere coinvolti in una strategia nazionale e internazionale di tutela e promozione del territorio, con tutte le sue eccellenze enogastronomiche e produttive che oltre alle risorse culturali e ambientali, di fatto costituiscono gli attrattori principali per i nostri turisti, viaggiatori e cittadini. Continuare a sostenere che l’istituzione del Parco nazionale degli Iblei ingessi il territorio e le attività produttive, è palesemente non fondato. Basterebbe leggere l’importante Rapporto effettuato dal Ministero dell’Ambiente e da Unioncamere denominato “L’economia reale nei parchi nazionali e nelle aree naturali protette”, sul valore aggiunto pro-capite prodotto dalle imprese nei Parchi nazionali. Dallo studio che ha preso in analisi i territori di 23 parchi nazionali, è emerso il censimento di oltre 68.000 attività produttive, con un’incidenza elevata di attività commerciali, attività artigianali, aziende agricole, attività di ristorazione e in generale al comparto diretto e indiretto del settore del turismo: esattamente quindi il contrario di quando sostenuto da coloro che affermano una ipotetica paralisi delle attività economiche”.
Lo scorso martedì in IV Commissione Ambiente Territorio e Mobilità si è tenuta un’audizione in merito all’iter istitutivo con il presidente Carta che ha sollevato i propri dubbi sulle potenzialità evidenziando “nuovi vincoli e mortificazioni in termini di fruizione e vivibilità”. E il sindaco di Buccheri Alessandro Caiazzo, durante una recente intervista ai nostri microfoni, è stato chiaro: “abrogare la legge istitutiva o modificarla profondamente. Così come concepita oggi non è un’occasione di sviluppo ma una disgrazia”.
Non è dello stesso avviso Granata, secondo cui “il Parco degli Iblei rappresenta infine uno strumento indispensabile e definitivo per scongiurare l’invasione di impianti fotovoltaici giganteschi, distruttori della bio diversità e del paesaggio e per prevenire gli incendi dolosi. Oggi è indispensabile proseguire su un modello di sviluppo per il sud-est siciliano, incentrato sul turismo e sulla tutela, valorizzazione e fruizione delle risorse culturali e ambientali, puntando sulle eccellenze enogastronomiche del territorio, strettamente collegate alla biodiversità del nostro comprensorio e coloro che sono contro alla istituzione del Parco nazionale degli Iblei, arrivando a ipotizzare l’abrogazione della legge istitutiva, sono di fatto contro questo modello di sviluppo. Si assumano le responsabilità di quello che dicono con i cittadini a viso aperto e senza ipocrisie”.
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