L’impianto fotovoltaico a Cavadonna – tra Siracusa, Noto e Canicattini – si farà. Anche se la storia giudiziaria insegna che bisogna attendere e capire se ci saranno appelli al Cga. In ogni caso, dopo anni di opposizioni e polemiche, il Tar ha dato il via libera al progetto presentato dalla società Lindo S.r.l., respingendo il ricorso del Comune di Canicattini Bagni e riconoscendo la validità delle autorizzazioni già ottenute. In attesa di eventuali ricorsi, come detto, la strada sembra ormai tracciata: l’azienda potrà procedere con il suo obiettivo e realizzare uno degli impianti più grandi della provincia di Siracusa.
Il progetto prevede l’installazione dei pannelli solari su oltre un milione di metri quadrati di terreno agricolo, divisi tra i comuni interessati. Il progetto prevede l’installazione dell’impianto fotovoltaico su lotti di terreno estensione totale di 1.129.777 mq., parte dei quali (512.836 mq) ricadenti nel territorio di Siracusa con destinazione di PRG agricola e parte (616.941 mq) ricadenti nel territorio di Canicattini Bagni con destinazione prevalentemente agricola ed in misura inferiore a verde pubblico.
La realizzazione dell’impianto, destinato a produrre energia pulita, è stata fin dall’inizio motivo di scontro con le amministrazioni locali. Già nel 2019, sia Canicattini sia Siracusa avevano espresso parere contrario, supportati dal Libero Consorzio, sollevando dubbi sull’impatto paesaggistico e sulle conseguenze ambientali. Nonostante questo, nel 2021 il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale e Valutazione d’Incidenza si era concluso positivamente, seppur condizionato al rispetto di 19 prescrizioni ambientali.
Il Comune di Canicattini aveva contestato l’opera per diversi motivi, evidenziando come la sua realizzazione potesse compromettere l’integrità del paesaggio e alterare l’identità rurale dell’altopiano degli Iblei. Tra i punti critici segnalati c’era la rimozione di circa 1.600 alberi, con soli 500 previsti per il reimpianto, un aspetto che secondo l’amministrazione locale avrebbe violato gli impegni assunti con la Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea. Inoltre, il progetto veniva ritenuto in contrasto con il Piano Territoriale Provinciale, il Piano Energetico Regionale e il futuro Parco Nazionale degli Iblei, che punta a valorizzare la vocazione agricola e turistica del territorio.
Di parere opposto la Lindo S.r.l., che nel ricorso ha sostenuto la piena legittimità del procedimento e ha contestato l’ammissibilità dell’opposizione di Canicattini. Secondo l’azienda, il Comune non avrebbe competenza diretta sulle valutazioni ambientali, che spettano alla Regione e alla Soprintendenza, e non avrebbe impugnato in tempo utile i pareri favorevoli già rilasciati. Il Tar ha accolto questa linea, riconoscendo che il progetto ha seguito l’iter amministrativo corretto e che le prescrizioni imposte dalla Regione garantiscono il rispetto delle normative paesaggistiche.
Dopo anni di attesa e dibattiti, il progetto ora può andare avanti. La realizzazione dell’impianto rappresenta un passo importante nella produzione di energia rinnovabile, ma continua a dividere il territorio tra chi lo vede come un’opportunità per la transizione ecologica e chi teme un impatto eccessivo sull’ambiente e sul paesaggio. Il capitolo, però, potrebbe non essere ancora chiuso del tutto: il Comune di Canicattini potrebbe presentare un ulteriore ricorso in appello, l’ultimo possibile tentativo per fermare l’opera. Nel frattempo, però, quello che oggi è tutta campagna, potrebbe diventare una distesa di pannelli solari.
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