Si dice stanca di aspettare e anche preoccupata che sulla morte del piccolo Vincenzo possa scendere il silenzio, “uccidendolo un’altra volta”. La signora Paola, mamma di Vincenzo, il bambino di 9 anni di Palazzolo Acreide morto mentre partecipava a una gita con il Grest, attende con ansia i risultati dell’autopsia. Ma quello che lei definisce “ritardo” (che stando a quanto appurato da SiracusaNews sarebbe un’attesa dovuta alla grande mole di lavoro accumulata nei centri autorizzati a svolgere gli esami tossicologici) la sta logorando.
“Io voglio sapere come è morto mio figlio – racconta con una voce strozzata ma determinata – sono passati 5 mesi (lo saranno il 27 novembre per la precisione) dalla sua morte e circa 4 dall’autopsia. Solitamente i risultati arrivano entro 90 giorni ma noi ancora non li abbiamo ricevuti. Mio figlio mangia terra da 5 mesi e devo vedere quella gente lì tranquilla, in giro come se niente fosse”.
“Quella gente lì” a cui si riferisce sono i volontari del Grest a cui il piccolo Vincenzo partecipava e il presidente della cooperativa organizzatrice, che tra l’altro è anche il proprietario di quel terreno dove è avvenuta la tragedia. Vincenzo è scivolato in un pozzo, recuperarlo è stato difficile ed era troppo tardi.
Nello sfogo di una madre che ha perso un bambino di 9 anni (ne avrebbe compiuti 10 l’11 settembre) la paura che questi “ritardi” facciano dimenticare la vicenda. “Io questo non lo permetterò mai – dice ancora – perché il dolore che io, mio marito e tutta la nostra famiglia sta provando non lo dimenticheremo mai. Vogliamo sapere e vogliamo giustizia, io so come sono andate le cose, le ho viste e i responsabili devono pagare. Tutti”.
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