Dieci anni di storie dal sud del mondo che hanno attraversato non senza dolore e sofferenze il Mediterraneo per diventare speranza e sogno di un nuovo futuro in Sicilia, sugli Iblei, a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa.
Questo il percorso di centinaia di giovani migranti non accompagnati, di donne con fragilità vittime di tratta, e di nuclei familiari che in fuga dalla miseria, dalle guerre e dalle persecuzioni, in questi anni sono approdati a Canicattini Bagni, “Città del Liberty e della Musica”, che ha conosciuto la grande emigra-zione di fine ‘800 e di gran parte del ‘900, e che dal 2014 è diventata modello nazionale di accoglienza e inclusione.
Una scelta solidale e di umanità nata per decisione dell’Amministrazione comunale guidata dieci anni fa, come oggi, dal sindaco Paolo Amenta, oggi Presidente regionale di ANCI Sicilia, condivisa con le imprese sociali Passwork e La Pineta che gestiscono dal 2014 le strutture comunali dell’accoglienza, e partecipata con l’intera Comunità canicattinese che ha saputo integrare nel proprio tessuto sociale quan-ti, in questa piccola realtà dell’entroterra siracusano, sono arrivati per coltivare un nuovo sogno di vita e di libertà.
Un’esperienza decennale che è stata raccontata e rivissuta venerdì 6 dicembre 2024 nell’aula consiliare del Comune nel corso del convegno “Canicattini accogliente Dieci anni di progetti SAI. Sfide e prospettive”, organizzato dai protagonisti, l’Amministrazione comunale insieme a Passwork e La Pine-ta, con la partecipazione degli Enti che per le rispettive competenze sono coinvolti nel fenomeno migra-torio: dalla Prefettura alla Questura e alle Forze dell’Ordine; dall’ASP all’Ufficio per l’Impiego; dall’ANCI alla Regione; dai Comuni agli Istituti scolastici e della Formazione; al sistema ex SPRAR oggi SAI, Sistema Accoglienza Integrazione del Ministero dell’Interno.
Il convegno, moderato dal giornalista Prospero Dente, segretario provinciale di Assostampa Siracusa, è stato aperto dai saluti del sindaco Paolo Amenta e del Prefetto Giovanni Signer, che ha voluto rimarcare l’obiettivo, com’è sta avvenendo nell’esperienza canicattinese, di dare una nuova appartenenza a quanti arrivano nel nostro Paese, accogliendoli e integrandoli nel tessuto sociale delle realtà coinvolte.
A ripercorrere la storia decennale dell’accoglienza in Italia, dell’impegno e del progetto condiviso da ANCI, l’associazione dei Comuni Italiani e dal Terzo settore con il ministero dell’Interno, la disponibilità data dagli Enti territoriali, dai Sindaci e dai Comuni, all’interno del quale s’inquadra e nasce la scelta di Canicattini Bagni, è stato il sindaco Paolo Amenta che dieci anni addietro diede vita alle prime due strutture in carico al Comune con appena 12 minori e altrettante donne fragili vittime di tratta.
Un progetto iniziale SPRAR diventato nel frattempo l’attuale Rete SAI di oggi, che ha portato a Canicattini Bagni oltre 250 minori non accompagnati e quasi 100 donne e nuclei familiari, assistititi e formati, con grande professionalità dagli operatori di Passwork e La Pineta, e perfettamente integrati nel tessuto sociale cittadino, nello Sport, in particolare nelle locali formazioni calcistiche, nell’associazionismo, e per alcuni di essi anche nel mondo del lavoro, tanto, ha precisato il Sindaco Amenta, da sentirli parlare anche in dialetto con i propri coetanei.
Un percorso collettivo condiviso e partecipato diventato negli anni un modello di “buone prassi” a livello nazionale, che inorgoglisce quanti vi sono impegnati, e che apre a problematiche quali il sistema abitativo, occupazionale e dei servizi.
Servizi come quello sanitario, che in questi anni ha registrato importanti passi in avanti, garantendo cure e assistenza ai migranti, come ha rilevato il Direttore Risorse Umane e Ufficio Immigrazione dell’ASP di Siracusa, Lavinia Lo Curzio, portando altresì i saluti del direttore generale, Alessandro Maria Caltagirone.
Oltre 3400 i servizi attivati in questi dieci anni attraverso corsi di alfabetizzazione, inserimento scolastico, formazione professionale, mediazione linguistica e culturale, iscrizione servizio sanitario, colloqui e attività di socializzazione, per garantire l’assistenza agli oltre 250 minori stranieri non accompagnati ospitati nelle due comunità alloggio dell’associazione La Pineta (attualmente sono 27 i ragazzi ospitati) e nella struttura di “Casa Aylan” della cooperativa Passwork, dove oggi sono presenti 10 minori.
Attivati anche 80 tirocini, molti dei quali trasformati in contratti di lavoro, permettendo a molti ragazzi di raggiungere l’autonomia abitativa e lavorativa restando a vivere nel territorio.
Quasi 100 persone tra donne vulnerabili con disagi fisici e mentali, nuclei monoparentali e vittime di tratta, accolte in questi anni nella struttura SAI DM Obioma gestita da Passwork, per cui sono stati attivati oltre 4mila servizi come accompagnamenti, visite psichiatriche, colloqui, mediazioni, alfabetizzazione, inserimenti scolastici e lavorativi, percorsi di autonomia e ricerca alloggi.
Una comunità aperta Obioma che ospita anche volontari del Servizio Civile, tirocinanti universitari provenienti da tutta Italia, coinvolgendo tanti cittadini canicattinesi in attività come la “festa del vicinato”.
A ricordare il lavoro svolto, le ricadute economiche e occupazionali in città e nel territorio, assieme alle azioni inclusive realizzate in questi dieci anni, sono stati Sebastiano Scaglione e Mario Mineo, rispettivamente presidenti di Passwork e dell’associazione La Pineta, che non hanno mancato di evidenziare l’impegno di integrazione e relazione con il tessuto sociale cittadino con l’organizzazione, insieme all’Amministrazione comunale, di importanti manifestazioni culturali e sociali, ad iniziare dalla Festa del Rifugiato con il concerto dei Modena City Ramblers e il concerto dello jazzman internazionale Fran-cesco Cafiso dello scorso anno, il Festival Jazz e il concerto dei Babelnova Orchestra di quest’anno.
Un grande coraggio di relazione e di confronto, lo ha definito nel suo intervento l’etnopsichiatra catanese Aldo Virgilio, quello affrontato dalla città di Canicattini Bagni e dalla sua Comunità nel relazionar-si e confrontarsi con un delicato fenomeno come quello dell’immigrazione, per gli effetti che causa nel-le vittime e le dinamiche sociali che evidenzia nel territorio.
Formazione, scolarizzazione, conoscenza della lingua e crescita dei saperi, diventano importanti per Francesco Reale, Segretario Generale della Fondazione Adecco che nel settore immigrazione è impegnata in azioni di coprogettazione con la Rete SAI, al fine di rendere più accessibile e inclusivo l’inserimento dei migranti nel mondo del lavoro, per essere autonomi e non più fragili.
Il viaggio nel sistema dell’accoglienza e dell’inclusione dei migranti e l’esperienza operativa vissuta nelle due strutture di Canicattini Bagni raccontata anche dal video “Insieme per mano” realizzato dagli ospiti dei progetti SAI a cura del regista Giuseppe Ficara, e dagli interventi dei Coordinatori dell’Equipe dei progetti di Passwork e La Pineta, Andrea Baffo e Simona Cascio, che non hanno man-cato di evidenziare il problema del “dopo di noi” che si presenta al compimento dei 18 anni per i ragaz-zi, fuoriuscendo dal sistema SAI.
A seguire le testimonianze di una permanenza positiva a Canicattini Bagni di tre giovani che hanno intrapreso il percorso autonomo di vita, inserendosi nel mondo del lavoro, grazie alla formazione e alla sensibilità della Comunità che li ospita.
Costruire un’idea diversa dell’immigrazione, vista come risorsa, creare memoria, sostenendo politiche di accoglienza e inclusione, iniziando dalle scuole europee, ma soprattutto lavorare per costruire una banca dati del DNA delle vittime del tragico naufragio del 3 ottobre 2013 a largo di Lampedusa, nel quale morirono 368 persone, è stato il contributo al dibattito portato da Tareke Bhrane, Presidente del Comitato 3 ottobre Lampedusa.
Coordinare, informare e tenere i rapporti con gli enti territoriali per un’azione incisiva dell’accoglienza è il compito della Prefettura, ha ricordato Sara Marano, Dirigente dell’Ufficio Immigrazioni della Prefettura di Siracusa, che ha annunciato l’apertura di un prossimo tavolo sull’inabilità.
Mentre Danilo Travaglione, del Dipartimento per l’integrazione e l’accoglienza di ANCI nazionale, l’Associazione dei Comuni Italiani, partner fondamentale della Rete SAI, ha messo in evidenza l’importanza delle dimensioni locali, che vanno ascoltate per costruire una più ampia azione futura. Lavorando, nel contempo, nella semplificazione dei meccanismi di entrata nel Sistema accoglienza e per attribuire maggiori incentivi per le azioni inclusive ai Comuni che ospitano strutture, senza trascura-re il dibattito sui minori non accompagnati che necessita di un miglioramento.
Obiettivi su cui il neo Presidente di ANCI nazionale, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, ha assicurato il massimo impegno dell’associazione dei Comuni.
Sulla questione abitativa la diffidenza, purtroppo, è ancora alta, ha tenuto a ribadire Saverino Richiusa del Dipartimento Famiglia e Politiche Sociali della Regione Siciliana. Ciononostante, ha assicurato, non mancano i fondi a disposizione per operare in questo versante, così come per quanto riguarda l’inserimento lavorativo. La Regione, ha reso noto tra le altre cose, è l’unica ad avere realizzato l’Elenco regionale dei Mediatori dalla quale attingere, con finanziamento a carico regionale, per meglio relazionarsi con le diverse culture dei migranti vengono ospitati nell’Isola.
Temi questi, così come il lavoro, la salute, le coprogettazioni, i rapporti con il Terzo Settore e gli Enti territoriali, che a metà dicembre saranno oggetto di un importante momento di confronto pubblico promosso dalla stessa Regione Siciliana.
A chiudere gli interventi del convegno di Canicattini Bagni e a fornire i dati SAI, il Sistema Accoglienza Integrata del Ministero dell’Interno, è stata Virginia Costa, Direttrice del Servizio Centrale Rete SAI.
Sono 1952, i Comuni interessati all’accoglienza diffusa, ovvero il 25% dei Comuni italiani dove risiede oltre la metà della popolazione. Di questi oltre il 50% sono piccoli Comuni, 43,2% in Aree interne, il 74,7% afferenti ad Aree Rurali. In Sicilia sono 87 i Comuni dove risiedono strutture che ospitano immigrati, 6 di queste, con Canicattini Bagni, sono nel siracusano.
Per Virginia Costa quello in atto è un cambio di fronte nella strutturazione dei servizi in grado di confrontarsi anche con il fenomeno dell’accoglienza, ad iniziare dalla Sanità, come testimoniato durante il convegno anche dall’azione dell’ASP di Siracusa.
E proprio la salute e il lavoro sono i temi centrali posti sul tavolo del confronto non solo a livello regionale e nazionale, ma anche europeo.
L’esperienza e l’ottimo lavoro svolto a Canicattini Bagni, ha inoltre rimarcato la Direttrice del Servizio Centrale SAI del Ministero dell’Interno, si inserisce in un contesto più ampio di costruzione e miglioramento del servizio dell’accoglienza in Italia dove restano aperti problemi come quello del “post 18 anni” per il sistema MSNA, come evidenziato nel corso degli interventi, e quello di garantire più fondi per i percorsi di autonomia.
Tenendo conto, è stato l’auspicio conclusivo di Virginia Costa, che da qui ai prossimi anni, le buoni prassi devono diventare normalità.
All’incontro di Canicattini Bagni tra i presenti con gli Assessori e Consiglieri comunali anche il Comandante della Stazione Carabinieri, M.llo Corrado Salemi, il Comandante della Polizia Municipale Giuseppe Casella, la Dirigente del Sesto Settore Cultura, Turismo e Sviluppo Economico, Paola Cappè, due classi quinte del locale Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” con i loro insegnanti, l’Istituto Compren-sivo “G. Verga”, molti cittadini e i corsisti della formazione per Operatori del pubblico e privato sociale che si occupano di richiedenti asilo e rifugiati LHIVE in Partnership con UNHCR, che nel pomeriggio hanno visitato la struttura Obioma DM.
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