“Per fare questo lavoro servono passione e dedizione, ma non tutti i giovani sono disposti a metterci l’impegno che richiede. Quello che mi ha spinto ad entrare in questa impresa è la continua energia positiva che vedo in mio padre, che, nonostante le difficoltà, ha sempre trovato il modo di innovare e portare avanti la sua idea”. Salvatore Manuele è orgoglioso, di suo padre e dell’attività. Francesco Manuele, pasticcere originario di Ferla, un piccolo borgo in provincia di Siracusa, sta vivendo un 2024 da protagonista.
Dopo aver ricevuto il prestigioso titolo di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito Della Repubblica Italiana”, l’imprenditore siciliano ha raggiunto anche una nuova vetta: la finale mondiale del Panettone, un traguardo che celebra il suo costante impegno nell’innovare la tradizione della pasticcera siciliana. Ma dietro a questo successo c’è una storia di passione, sacrificio e una visione imprenditoriale che affonda le radici in un piccolo laboratorio che oggi è cresciuto fino a diventare un’eccellenza del settore.
Le origini: passione e innovazione
Francesco, classe ‘68, inizia a lavorare nel bar di famiglia a soli 14 anni. Un’esperienza che, unita alla sua naturale curiosità e spirito imprenditoriale, lo porta a fondare nel 1989 “Nuova Dolceria”, un laboratorio di pasticceria a Ferla, e una pasticceria, gelateria e caffetteria a Siracusa, nel cuore pulsante di Corso Umberto I, a due passi da Ortigia. Un sogno che prende forma grazie anche alla collaborazione con la sua famiglia: i cognati Paolo e Graziella, il nipote Salvatore, Giuseppe (Collaboratore storico di Franco ed ormai socio di Nuova Dolceria) e il figlio Salvatore Manuele, che da anni lavora al fianco del padre, oltre a una squadra di 20 collaboratori tra le due sedi.
Dalle difficoltà alla carriera internazionale
Nonostante le difficoltà iniziali, Francesco non si è mai fermato. Senza le risorse per frequentare scuole di pasticceria ufficiali, ha imparato sul campo, girando i laboratori della sua Sicilia, dove ha affinato il suo talento e appreso i segreti dei vecchi maestri. Con il tempo, la sua dedizione lo ha portato a perfezionarsi attraverso corsi di specializzazione, in Italia e all’estero, partecipando a numerose competizioni di prestigio come il Grand Prix di Pasticceria di Montecarlo, dove è stato finalista nel 1998, e l’incarico di pasticciere ufficiale in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II a Siracusa nel 1994.
La nuova generazione: l’incontro tra tradizione e innovazione
Oggi, Francesco è affiancato dal figlio Salvatore, che ha deciso di seguire le orme del padre, seppur con una visione nuova e più orientata al futuro. Salvatore, ha scelto di dedicarsi alla pasticceria a tempo pieno a partire dai 21 anni, aiutando nel laboratorio. Da qualche anno a questa parte, sta ricoprendo meno la figura di pasticcere per concentrarsi anche sulla gestione del brand e sul marketing dell’azienda.
Nonostante qualche contrasto generazionale, i due riescono sempre a trovare un punto d’incontro. “Mio padre è una persona aperta al confronto e alla crescita – aggiunge Salvatore – Mi piace definirlo utilizzando una celebre frase di Emmanuel Kant, uno dei miei filosofi preferiti ai tempi del Liceo: Il Genio è la felice sintesi di immaginazione e intelletto, di spontaneità e regole non scritte. È il genio che con il suo talento dà la regola all’arte”.
Guardando al futuro
Francesco e Salvatore continuano a spingere l’azienda verso nuove vette, mantenendo salda la tradizione ma guardando sempre avanti. Con il titolo di “Cavaliere del Lavoro Artigiano” e la finale mondiale del Panettone, l’anno che sta volgendo al termine si sta rivelando un trionfo per tutta Nuova Dolceria che si è già preparata per affrontare l’ultimo atto: il Natale con i loro Panettoni Artigianali.
Un successo che, oltre alla passione per la pasticceria, è il frutto di una visione innovativa e della forza di una famiglia che ha fatto della qualità e dell’eccellenza il proprio marchio di fabbrica. Perché Salvatore ci tiene a un aforismo tra quelli che più gli ricordano il padre: “La massima delle realizzazioni ha ancora un futuro tutto da realizzare”. Lao Tze , Tao Te Ching
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