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Canicattini porta del Mediteraneo e crocevia della provincia aretusea. Amenta: “apriamo le porte a turisti e residenti”

Vuole accogliere turisti e residenti per rilanciare il paese del Liberty, a maggior ragione dopo l'apertura dello svincolo autostradale che ha diminuito i tempi di percorrenza verso tutte le destinazioni

È orgoglioso della sua Canicattini, Comune che amministra per il terzo mandato (non consecutivo) e che quindi in questi 20 anni ha visto crescere e progredire. Il sindaco Paolo Amenta – intervistato ai microfoni di SiracusaNews – sa di essere una porta nel Mediterraneo ma anche un importante crocevia nella provincia di Siracusa, così vuole accogliere turisti e residenti per rilanciare il paese del Liberty, a maggior ragione dopo l’apertura dello svincolo autostradale che ha diminuito i tempi di percorrenza verso tutte le destinazioni, Siracusa e aeroporto di Catania inclusi. È riuscito anche a risolvere la questione delle cooperative da realizzare a prezzo calmierato nella zona del ponte Alfano, dopo una serie di tragedie e disavventure che hanno colpito la comunità.

C’è però ancora molto da fare, ci sono tanti nodi da sciogliere che non dipendono solo dall’ente locale ma che si riferiscono a molti altri poteri decisionali che non riescono a incidere positivamente nonostante le premesse. E così ai fondi in arrivo del Pnrr non riescono a seguire finanziamenti per “riempire” i contenitori che si stanno realizzando, i rifiuti restano sempre una spesa che contribuisce al deficit dei comuni (anche per l’elevata evasione) e non una risorsa sfruttata per creare energia. E le orecchie da mercante che fanno da Roma e Palermo lasciano interdetto il sindaco Amenta, che è anche presidente regionale dell’Anci e che quindi rappresenta altri colleghi che si trovano nella stessa situazione.

Pretende soluzioni, iniziative, chiarezza dai Governi di centrodestra che decidono in tutte le sedi, mentre lui con il Pd resta in perenne opposizione. E non vede un futuro roseo all’interno del Partito democratico, sempre lacerato da divisioni interne e – anche lì – mancanza di unità che relegano il partito a mera comparsa davanti a una serie di vittorie degli avversari politici. Adesso sarà tempo di congressi, di elezioni (forse) del Libero consorzio, di rinnovare il pensiero progressista per proporlo ai propri elettori che dovranno premiarlo o affossarlo. E qui, un pizzico di amarezza e delusione è palpabile nelle parole del sindaco, presidente dei sindaci e presidente del Pd, che vorrebbe fare tanto, ma si trova davanti a muri di gomma.


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