La tradizione si è rinnovata e Buccheri mette in archivio l’edizione 2025 del Venerdì Santo con un grande successo di partecipazione. Anche quest’anno, infatti, “U Passiu Santu” ha raccontato la Passione di Cristo con uno spettacolo che coinvolge oltre cento persone in costume e in dialetto siciliano in rima.
Quarantuno anni di tradizione e di storia che nelle varie edizioni, pur con vicende alterne, hanno sempre visto l’intera comunità buccherese unita sotto la forte devozione nei misteri della Settimana Santa, una collaborazione che metteva al centro le sinergie tra volontari, parrocchia e comune.
Per il secondo anno consecutivo, queste sinergie sono venute meno con l’uscita della parrocchia Sant’Ambrogio che, per decisione del suo parroco Angelo Galioto, ha negato l’utilizzo degli spazi parrocchiali e stabilito l’incompatibilità organizzativa con l’associazione “U Passiu Santu”.
Questo non ha fermato la tradizione e così, nel piccolo centro ibleo, ci sono state due processioni, due Vie Crucis diverse.
“Abbiamo provato a dialogare, a trovare un compromesso, a cercare un punto di incontro – commenta la presidente dell’associazione “U Passiu Santu” Sandra Riscica – ma per il secondo anno di seguito non è stato possibile”. La Sacra rappresentazione che negli anni ha visto la collaborazione con diversi parroci e diverse sensibilità, anche quest’anno ha raccontato la Via Crucis in un cumulo di commozione e partecipazione senza precedenti, senza, però, la scenografica processione del Cristo Morto e dell’Addolorata e senza alcuni momenti di preghiera in chiesa per la non disponibilità della parrocchia. “Siamo profondamente devoti al Venerdì Santo e al suo significato – continua la Riscica – e non ci sottraiamo alla preghiera anche davanti ad una chiesa chiusa” per questo tutti i partecipanti hanno deciso, scendendo dal Calvario, di proseguire verso la chiesa di Santa Maria Maddalena e lasciare un segno della loro devozione, ma anche del loro dispiacere. I volontari, infatti, sono scesi accompagnati da centina di persone e, fermandosi davanti al cancello chiuso, hanno deposto un garofano rosso per ogni anno di storia dell’evento esprimendo così un legame indissolubile con questo evento, al di là delle decisioni di chiunque. “È un sentimento vero è condiviso quello che si percepisce tra la gente presente che non nasconde il proprio disappunto per questo atteggiamento incomprensibile. Per due anni abbiamo provato a spiegare al nuovo parroco il profondo sentimento che lega i buccheresi e “U Passiu Santu”, lo abbiamo fatto mettendoci a disposizione e chiedendo anche la mediazione della curia Arcivescovile, ma nonostante le rassicurazioni siamo sempre rimasti inascoltati e sorpresi da un atteggiamento di totale chiusura senza una spiegazione comprensibile” prosegue ancora la Riscica.
Una richiesta di mediazione rimasta “inascoltata quella arrivata al Vescovo di Siracusa Francesco Lomanto e al suo Vicario Sebastiano Amenta, che pur rassicurando e ascoltando le ragioni, hanno disatteso in questi anni ogni impegno, segno di un dialogo assente o di un disinteresse incomprensibile verso le attese di un’intera comunità – continua la presidente -. Nei 39 anni precedenti gli eventi pasquali del comune ibleo si sono intrecciati in un sentimento comune di unità e celebrazione della fede di un popolo con tutti i parroci del tempo, raccontando la Settimana Santa dalla Domenica delle Palme al giorno di Pasqua con eventi condivisi e una partecipazione così ampia da essere riconosciuta anche in diocesi, ma oggi viviamo una spaccatura profonda, due Vie Crucis contemporaneamente in una stessa parrocchia e tutto ciò senza alcuna spiegazione comprensibile, ma solo un silenzio che è diventato assordante”.
“Ringraziamo tutta l’amministrazione comunale e il sindaco Alessandro Caiazzo il cui sostegno verso la manifestazione è forte e presente anche nel 2025, un grazie che estendiamo anche al maresciallo Corrado Mirmina (comandante della locale stazione dei Carbinieri, ndr), senza il supporto delle istituzioni tutto questo sarebbe impossibile – conclude la Riscica – qui oggi ribadiamo che non ci fermeremo, nessuno spegnerà questa tradizione in nome di personalismi che non ci appartengono, e la partecipazione dei tantissimi volontari che ringrazio e delle centinaia di persone presenti ci dà ragione”.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni